Giuseppe Pennisi si ispira all’iconografia del pane come simbolo della necessità primaria, referente di memorie e identità, immagine che incarna per eccellenza l’umano e la vita.
Il progetto, titolato Shared bread, presenta due momenti tramite due scatti fotografici. Nel primo è ritratto il pane della quotidiana materialità posato sulla tavola, integro e genuino, antico e familiare, tondo come il disegno di un antico planisfero, universale. Di fianco, in un secondo scatto, c’è il pane della convivialità, spezzato e letteramente diviso, segmentato dalle linee fustellate, fragrante mostra il suo cuore di morbida mollica seducente. E’ il pane, simbolo ecauristico e rituale, della religione e dell’accoglienza contadina in cui il gesto di spezzare crea unione e l’atto di separare produce relazioni. Condividere significa “dividere insieme”, Shared bread è il pane di tutti, ma non di un “tutti” indistinto, ma di “uno insieme agli altri” che vede confermata dalla loro presenza la propria unicità. Ogni visitatore della mostra può chiedere di condividere “questo pane”, acquistandone un pezzo ad un prezzo simbolico e condividendo il proprio contatto mail.
Chi condivide diventa parte del proseguo futuro di Shared bread, che non è solo un opera in mostra, ma un’esperienza, un’azione partecipata e in divenire. Nell’era dei social network e della shared economy, dove tutto è condiviso ed è condivisibile, anche il pane di Pennisi lo è, con lo scopo di alimentare la cultura della creatività, del confronto tra le diversità e della partecipazione, indispensabile e insostituibile per prenderci cura della precarietà dell’essere umano e del nostro pianeta. Shared bread è il pane di oggi, che è l’augurio di domani.
Prendetene, ne mangeremo tutti. Questo è il nutrimento per il futuro: un pane di umanità.